Malattie fisicheđpsichiche - EFFETTO NOCEBO
Abstract
(Parole âsbagliateâ possono farci ammalare)Ă vero che ascoltare certe parole di chi cura, o leggere gli âeffetti collateraliâ sul bugiardino dei farmaci, puĂČ danneggiarci, facendoci ammalare.
Oggi le neuroscienze ci spiegano come: sapere che qualcosa ci puĂČ nuocere,
(âattenzione selettivaâ), stimola particolari aree cerebrali come lâippocampo e il cervelletto e finendo per nuocerci davvero.
Lâobiezione
Perché mai le parole non dovrebbero avere effetti sul corpo? Crediamo che non abbiano né peso né consistenza?
Il fraintendimento
Noi confondiamo le cose e soprattutto le confondiamo con le parole.
Nella confusione, immaginiamo le parole come vetri trasparenti che lasciano vedere le cose che nominano secondo unâidea di realtĂ straordinariamente ingenua.
Diciamo corpo...diciamo cervello...sistema nervoso...ippocampo, cervelletto... credendo che, al di lĂ di queste specifiche nominazioni, esistano per davvero un corpo, un cervello, un sistema nervoso.., come oggetti, separati, esterni a noi.
LâassurditĂ
Ci ostiniamo a voler scoprire una 'realtà in sé (la famosa verità oggettiva), esistente per davvero nel mondo.
La natura di ârealtĂ oggettivaâ che noi attribuiamo alle âcoseâ, ai fatti e alla nostra ricerca, non Ăš che unâ ipostatizzazione derivante dal poderoso lavoro umano in tutte le sue diramazioni, un effetto della sua coltura e cultura, un effetto del suo linguaggio.
Tutto Ăš movimento
Non esiste un reale che se ne stia fermo di fronte a noi, immutabile, dato una volta per tutte e oggetto della nostra percezione.
E non esiste non solo perchĂ© siamo dotati di una percezione e di una conoscenza molto limitate delle cose, ma anche perchĂ© le âcoseâ interagiscono perennemente le une sulle altre, modificandosi..
La realtĂ Ăš un costante fluire di scambi, connessioni, relazioni
Prendere coscienza di quando sia ingenua lâidea di una ârealtĂ in sĂ©â, Ăš la premessa per poter pensare che siamo noi gli artefici non della realtĂ , ma di quel âdiscorsoâ che la nomina e la organizza secondo gli intenti e la prospettiva del nostro bisogno e che solo il âtrattamentoâ a cui la sottoponiamo la rende intellegibile e la fa esistere in ordine ai nostri modelli teorici, e al linguaggio che la designa. Senza i quali resterebbe un coacervo muto di insignificanza.
La scienza contemporanea davvero fa scoperte meravigliose, ma induce in un tranello, dando vita alla costruzione di un abito universale del discorso cosiddetto âoggettivoâ, il quale appunto altro non Ăš che uno sterminato processo di costruzione della veritĂ scientifica del mondo.
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