DUE PASSI TRA ENERGIA E INFINITO


Abstract

DUE PASSI TRA ENERGIA E INFINITO (inteso in senso matematico) (Entra in scena la Fisica)

Cosa c’entra la materia concepita dalla Fisica come energia/movimento, con il nostro tema, il mind/body problem?

Perché mai ci può interessare il discorso sulle modalità con cui l’incorporeo, l’invisibile, diventa corporeo, visibile?

Perché l’energia/movimento, non più considerata come sostanza positiva, come cosa estesa, ci porta a pensare proprio al corpo di cui siamo fatti.
Per esempio, se il corpo alla fine è solo energia, fin dove è lecito continuare a distinguere tra corpo proprio è improprio, -l’Io, l’altro-, interno e esterno?

Possiamo ancora porre in antitesi concreto e astratto, corporeo e incorporeo, visibile e invisibile, e cercare i loro eventuali anelli di congiungimento?

La Fisica non parla più di concreto o astratto, di bianco o nero. Parla di gradazioni e livelli.
Parla soprattutto di una materia che si fonde in un continuum con l’energia.
Come se l’una apparisse solo nell’altra e viceversa.

Cosa c’entra poi il nostro problema mente/corpo con lo spazio vuoto che non è affatto un vuoto che aspetta di essere riempito?

Cominciamo a rispondere.
Da tanto tempo, anche dalle nostre parti, e non solo per i fisici, non si pensa più in termini di vuoti contro pieni, di negativi opposti ai positivi:
il pensiero, il senso (la mente) sono si invisibili, ma l’invisibile non è l’opposto, il contrario, del visibile (il corpo), anzi, i due hanno una membratura l’uno nell’altro; l’invisibile è la contropartita segreta del visibile, non appare che in esso.

La mente e il corpo, cioè, non possono esistere l’uno senza l’altra.

A questo punto smettiamo di inseguire le corrispondenze, gli anelli di congiungimento (assurdi), tra mente e corpo, a caccia di un’oggettività pura, che non c’è, perché la realtà è sempre in movimento, sempre filtrata dai nostri discorsi.

Il monismo ontologico, la realtà unica e indivisibile, come fosse davvero esistente e inarrivabile, è tramontato.
Lasciamo il planisfero Tolemaico (con la Terra -il corpo- al centro e tutto che le ruota attorno)…per fare finalmente due passi tra energia e infinito.
Un infinito che non possiamo pensare neppure in fieri; è l’irrapresentabile, che avvolge il rappresentabile, rendendone possibile l’impresa, ma non ridicendosi mai ad esso. Senza questo Infinito, cioè, non saremmo neppure in grado di pensare…

Dopo queste considerazioni, apriamo (per cominciare) il libro “Helgoland”. del fisico Carlo Rovelli, per una breve digressione tra la materia e le ricerche della fisica contemporanea.
Vi scopriremo molte, almeno per il senso comune, sconcertanti considerazioni, tutte con una loro rilevanza rispetto al nostro mind-body problem; tutte capaci di gettare luce sulle nostre ricerche, che, altrimenti, nonostante la grandiosità degli investimenti e dei risultati largamente pubblicati, rischiano di galleggiare per sempre in un mare di ingenuità e banalità sconcertanti.

Autore: Dott.ssa Claudia Peregrini
Tel: 00393397469709
E-Mail: c_peregrini@yahoo.it
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